28/09/2018

Stili di insegnamento

Ogni insegnante tende, nell’esercizio della sua professione, a riprodurre il suo personale stile di apprendimento e il proprio stile cognitivo. Sarà suo compito cercare di contrastare questa tendenza, che si attiva spontaneamente per default, diversificando le attività e permettendo a tutti gli stili di apprendimento di trovare terreno fertile per svilupparsi.

L’obiettivo ultimo dell’insegnamento è infatti l’apprendimento “significativo”, ovvero:

  • intenzionale: l’alunno è considerato soggetto attivo, costruttore di conoscenze;
  • collaborativo: il contesto classe è visto come una fucina di apprendimento cooperativo;
  • costruttivo: in cui le conoscenze presenti si innestano su quelle passate;
  • riflessivo: che presta attenzione alla metacognizione, ovvero ai processi messi in moto durante l’apprendimento;

 

Stili di insegnamento e Bisogni Educativi Speciali (BES)

Adottare stili di insegnamento calibrati sui bisogni di alunni con Bisogni Educativi Speciali è uno degli strumenti più efficaci adottati dalla didattica inclusiva.

Alcune strategie d’insegnamento da evitare in caso di alunni con BES sono ad esempio:

  • dedicare tutto l’orario scolastico alla lezione frontale;
  • dilungarsi in spiegazioni troppo lunghe;
  • far trascrivere meccanicamente le informazioni dalla lavagna;
  • insistere eccessivamente sugli errori o sulle carenze;
  • richiedere prestazioni veloci e risultati immediati;
  • esporre l’alunno all’insuccesso di fronte al gruppo classe;
  • sottoporre l’alunno a verifiche o prove non concordate in anticipo;
  • interpellare l’alunno con espressioni di dissenso brusche o umilianti;

 

A fronte di questi comportamenti da evitare si potranno adottare i seguenti comportamenti virtuosi:

  • impegnarsi in lezioni interattive che coinvolgano l’alunno in prima persona;
  • fornire all’alunno materiali semplificati, corredati di supporti visivi;
  • non demonizzare l’errore, ma usarlo come occasione di apprendimento;
  • consentire tempi distesi e dilatati;
  • concordare con l’alunno i tempi e le modalità di verifiche, evitando di coglierlo di sorpresa;
  • premiare sempre il contributo attivo dello studente, a prescindere dagli esiti.