10/08/2020

Gli orizzonti dell’edilizia scolastica

La scuola ed in particolare l’edilizia scolastica in Italia sono stabilmente all’ordine del giorno in qualsiasi programma politico, a prescindere dal colore o dalla collocazione sul classico schema “sinistra-destra-centro”. Nonostante ciò, ad oggi si fa ancora una fatica enorme ad elaborare e soprattutto applicare un piano efficace per riuscire ad intervenire su un sistema di edifici che in alcuni casi risulta non soltanto obsoleto in relazione allo sviluppo e l’evoluzione dei piani educativi, ma addirittura non adeguato per garantire la sicurezza di insegnanti e studenti. I bisogni delle scuole italiane sono dunque da affrontare sostanzialmente in tre direzioni: quella della messa in sicurezza di strutture ed impianti, quella del miglioramento dell’efficienza degli spazi, ed infine quella dello sviluppo tecnologico. Chiaramente le necessità dei vari edifici variano enormemente in base al territorio, in base al periodo di costruzione, in base al numero di studenti che ospitano ed in base agli obiettivi formativi da raggiungere, con i fattori prioritari su cui intervenire che possono variare da un caso all’altro. Gli ultimi decreti emanati dal Consiglio dei Ministri puntano, dunque, a favorire una maggiore collaborazione tra Governo e Comuni per l’applicazione immediata dei fondi stanziati, mettendo insieme la maggiore conoscenza del territorio da parte degli enti locali ed il controllo pressante sull’effettivo intervento da parte del Ministero addetto. Lo scopo è quello in primis di stanziare fondi e finanziamenti in grado di risolvere una volta e per tutte i problemi atavici legati all’edilizia scolastica facendo un balzo avanti verso un sistema scuola che sia al passo con i Paesi europei più evoluti, evitando al contempo sprechi di tempo e denaro grazie al rispetto intransigente delle scadenze ed attraverso interventi mirati verso i bisogni effettivi del singolo edificio. Cerchiamo di capire, però, nel dettaglio quali sono effettivamente le esigenze dell’edilizia scolastica italiana al giorno d’oggi.

La necessità di modernità

Le sfide relative all’edilizia scolastica che ad oggi c’è bisogno di vincere a tutti i costi si basano principalmente su due direttrici fondamentali, che guardano da un lato al passato e dall’altro al futuro. Se si prova a dare uno sguardo all’indietro, agli edifici esistenti ed alle strutture che da anni ospitano studenti ed insegnanti, risulta palese la necessità di dover intervenire per poter garantire non soltanto l’utilizzo efficace di tutti gli spazi, ma anche la possibilità di ammodernare strutture obsolete ed adattarle alle nuove esigenze. Chiaramente la priorità assoluta deve essere quella della sicurezza: verificare l’affidabilità delle strutture e degli impianti deve essere basilare per poter programmare interventi rapidi e mirati, allo scopo di garantire la più totale efficienza degli edifici senza alcun ragionevole dubbio. Questa tipologia di interventi deve chiaramente essere ancor più tempestiva per quei territori particolarmente vulnerabili alle calamità naturali, cui il nostro Paese ci ha più volte abituati. Misure anti-sisma, resistenza ad alluvioni, strutture favorevoli a rendere semplici ed intuitive le manovre anti-incendio: insomma, più è alto il rischio, maggiore deve essere l’investimento per poter elevare il livello di sicurezza. Una volta consolidata la qualità delle strutture attualmente in campo, si può dunque iniziare a guardare verso il futuro: il sistema educativo è in continua evoluzione e si sviluppa di pari passo con la tecnologia. Il bisogno di una rete a banda larga è dunque sostanzialmente necessario per l’insegnamento del nuovo millennio, così come nuovi ambienti e spazi per discipline artistiche e sportive. Grazie ad un accesso internet semplice ed efficace, unito alla possibilità di variare la tipologia di insegnamento permettendo agli studenti di poter esprimere al 100% la propria creatività a 360 gradi, sarà dunque possibile per prima cosa livellare la qualità degli edifici scolastici in tutte le Regioni, per poi riuscire in blocco ad avvicinarsi al tipo di scuola che si vede spesso e volentieri all’estero. Avere una struttura predisposta ad una certa modalità di insegnamento senza ombra di dubbio risulta più stimolante per gli insegnanti e maggiormente attrattiva per gli studenti, i quali dovranno essere chiaramente favoriti nella più completa accessibilità grazie ad un completo abbattimento delle barriere architettoniche. Ad uno sviluppo di tipo tecnologico che prevede l’accesso alla rete e la presenza di dispositivi informatici, laboratori e così via, si dovrà per forza di cose affiancare un piano di risparmio energetico, facendo un passo avanti verso una politica più green ed ottimizzando di conseguenza costi e consumi.

ANCE e Interventi di edilizia scolastica

Riprendendo e soprattutto rilanciando con forza la questione relativa alla sicurezza, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili ha in un certo senso approfittato del lockdown dovuto al Covid-19 per proporre al Governo delle soluzioni rapide ed efficaci, per poter rimediare quanto prima alle evidenti lacune che interessano un enorme numero di edifici scolastici del nostro territorio. Riprendendo dei dati piuttosto preoccupanti dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica, l’Ance ha fatto notare come più della metà delle strutture esistenti sia stata costruita prima dell’emanazione delle norme sismiche, dato ancor più allarmante se si pensa che circa il 40% degli edifici sorge proprio su territori particolarmente sensibili a terremoti e smottamenti. Alta è anche la percentuale delle strutture prive di certificato per la prevenzione anti-incendio e di collaudo statico, con una statistica del 61% che rappresenta gli edifici privi della completa autorizzazione all’agibilità. Partendo da queste informazioni, la richiesta è stata quella di avviare già durante il periodo di quarantena forzata cantieri ed interventi mirati, sfruttando chiaramente l’essenzialità del servizio e la contingente assenza di insegnanti e studenti. L’attivazione di queste attività di manutenzione, sempre secondo l’Associazione, può essere supportata da una discreta disponibilità di fondi già stanziati a partire dal 2014, ma che andrebbero affiancati da un piano programmatico atto a velocizzare la possibilità di intervento ed aumentare le risorse destinate alle progettazioni dei bandi di gara. Le richieste sottoposte al Governo sono state recepite e tramutate in un nuovo decreto firmato dal Ministro dell’Istruzione Azzolina, decreto che ha messo a disposizione di Province e Città metropolitane una cifra che si aggira intorno agli 850 milioni di euro per poter intervenire con rapidità nelle attività di manutenzione straordinaria degli edifici scolastici. 

Fondi per l’edilizia scolastica

I fondi sopra citati rappresentano però soltanto una parte del sostegno alle attività previste dall’attuale Governo nei confronti dell’edilizia scolastica, per le quali sono stati previsti stanziamenti in ognuno dei decreti emanati durante il periodo di emergenza Covid-19. Il Decreto “Cura Italia”, ad esempio, ha autorizzato l’impiego di circa 43,5 milioni entro la fine dell’anno per la pulizia straordinaria dei locali, per i dispositivi di protezione del personale e per prodotti di sanificazione degli ambienti. Con il decreto di attuazione, il fondo stanziato è stimato per una soglia minima di 500 euro ad istituto, con erogazione stabilita a tre mesi dall’emanazione del decreto.

Oltre alla priorità concessa all’igiene dei locali dopo la chiusura del lockdown, è stata presa in carico dal Ministro Azzolina la questione del rimodernamento strutturale per poter supportare la banda ultra larga in tutte le sedi scolastiche. A questo scopo sono stati stanziati più di 400 milioni che, uniti ai fondi regionali, non solo andranno ad adattare i locali alle nuove tecnologie, ma riusciranno a coprire i costi di connessione per almeno 5 anni.

Anche il Decreto “Rilancio” ha previsto uno stanziamento ingente di fondi in favore dell’edilizia scolastica: in particolare circa 300 milioni verranno devoluti ai comuni per poter accelerare gli interventi manutentivi e di messa in sicurezza, senza trascurare attività come la sanificazione, adeguamento di palestre e laboratori e sistemi di sorveglianza per la strumentazione informatica.

Oltre a questi recentissimi sviluppi, possiamo ricordare che già con la Legge Bilancio era stato stabilito un fondo di 100 milioni annui dal 2021 al 2023 (che salirà a 200 nei dieci anni successivi) dedicato esclusivamente ad asili nido e scuole dell’infanzia, oltre ad una serie di semplificazioni delle procedure per l’accesso ai suddetti contributi da parte degli enti locali. La stessa Legge ha previsto poi dei piani straordinari per l’adeguamento degli edifici scolastici alla normativa antincendio, per l’efficientamento energetico e per l’innovazione tecnologica dei Poli dell’infanzia, aggiungendo inoltre 120 milioni per l’anno 2020 impiegati a favore degli istituti che sorgono nelle zone colpite da eventi sismici nel 2016-2017. 

Come accreditarsi per accedere ai fondi

La possibilità di accreditarsi per l’accesso ai fondi è garantita esclusivamente agli enti locali, che hanno la possibilità di verificare a seconda del bando i requisiti per l’accesso e le scadenze entro cui presentare la richiesta. La procedura di iscrizione al bando è da effettuare completamente in via telematica, seguendo le istruzioni presenti sul sito istituzionale del Miur. L’ente locale dovrà registrarsi sul sistema informatico GPU, scegliere il progetto a cui è interessato, inserire i propri dati ed inoltrare la candidatura. Il modello andrà poi completato con firma digitale ed inviato definitivamente entro la scadenza richiesta.

Come detto, l’accesso è esclusivo per gli enti locali che hanno competenza sulle strutture censite dall’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica, i quali, pur presentando inizialmente una candidatura generica, dovranno andare poi a specificare una volta ammessi al finanziamento la tipologia di intervento da effettuare sul singolo edificio attraverso una scheda progettuale dei lavori. Chiaramente le attività possono variare a seconda della tipologia del bando: un esempio può essere il bando di edilizia “leggera” per circa 330 milioni aperto alla fine di giugno, per favorire l’adeguamento di spazi ed aule all’interno degli edifici scolastici a garanzia del distanziamento sociale necessario a contenere il rischio contagio nell’epoca post CoronaVirus. Una volta accreditati al finanziamento, ripartito in base al territorio e la popolazione scolastica delle strutture, gli enti dovranno garantire il completamento dei lavori entro la fine del 2020, avendo inoltre la possibilità di attingere al fondo anche per quanto riguarda le spese relative alla progettazione delle attività. Per questo particolare bando, le iscrizioni sono state chiuse il 3 luglio alle ore 15 ed è attualmente già stata stilata una graduatoria degli enti che avranno la possibilità di accesso ai fondi. Nonostante ciò, è stato successivamente pubblicato un secondo avviso (scaduto il 10 luglio) per offrire una seconda possibilità agli enti che non sono riusciti ad accreditarsi in tempo, allargando così il numero di beneficiari su tutto il territorio nazionale. 

Quali aziende possono eseguire i lavori

L’ente locale che si accredita per ricevere il finanziamento deve successivamente appoggiarsi ad aziende del territorio per la realizzazione delle attività previste, assicurandosi che i lavori avvengano secondo le norme previste e soprattutto entro le scadenze indicate. Le modalità di selezione delle imprese con cui l’ente locale decide di collaborare può variare di regione in regione, ma abitualmente la scelta avviene attraverso un bando pubblico in cui vengono specificati i criteri ed i requisiti da rispettare. Chiaramente le aziende che decidono di partecipare al bando devono presentare tutte le qualifiche del caso relative alla tipologia di intervento da eseguire, dimostrare di essere in grado di seguire le indicazioni previste per la realizzazione dell’opera ed infine di aver provveduto con successo alla tutela della sicurezza sia fisica che economica dei lavoratori alle proprie dipendenze. Il curriculum dell’impresa riguardante una effettiva e concreta esperienza nel campo può certamente far propendere la scelta in una direzione piuttosto che in un’altra, così come la capacità di saper presentare un progetto completo, dettagliato e perfettamente adattabile agli spazi su cui bisogna intervenire.

L’attenzione ai dettagli diventa particolarmente scrupolosa nei casi di interventi di messa in sicurezza degli edifici, che siano attività per il potenziamento anti-sismico o riguardante l’adeguamento alle norme anti-incendio. In casi come questi l’esperienza nel campo è sicuramente ancor di più apprezzata, con le attività eventuali di ricostruzione, restauro o risanamento che vengono affidate con maggiore facilità ad imprese che sono già intervenute sulle strutture in questione, per garantire la continuità dei lavori e favorire così la maggiore conoscenza del progetto in essere.