03/09/2020

L’importanza di una guida nell’approcciarsi alla classe

Insegnare presso la scuola dell’infanzia è un lavoro non solo impegnativo, ma anche delicato e ricco di responsabilità. L’età degli alunni, infatti, è quella in cui avviene la prima formazione del carattere e della personalità ed è quella in cui si impara ad interagire con l’altro. Per gli insegnanti, quindi, può essere di fondamentale importanza disporre di una guida didattica da seguire.

Nella guida saranno illustrate metodologie e attività utili nell’approcciarsi alla classe e ad organizzare il percorso scolastico al meglio.

La guida didattica per l’infanzia, quindi, è un vero e proprio strumento che rende più agevole e sistematico l’insegnamento.

Una guida didattica può aiutare a:

  • scandire il lavoro in base a determinati periodi dell’anno (per esempio: inizio della scuola, festività, stagioni);
  • dividere il lavoro per attività a tema (per esempio: i colori, la musica, gli animali, il corpo umano);
  • fornire il materiale giusto per realizzare progetti, giochi o esercizi didattici;
  • tenersi sempre aggiornati sui nuovi metodi di approccio, ascolto e insegnamento.

Una guida didattica, in definitiva, accompagna il docente nel suo lavoro e offre tanti spunti per favorire l’apprendimento e le capacità espressive e intellettive degli alunni.

Le nuove frontiere per una scuola del futuro

Una scuola moderna che funzioni e che sia a misura di alunno e di insegnante è l’augurio e l’obiettivo di ogni figura professionale impegnata nel sistema didattico.

Questo discorso vale ancor di più per la scuola dell’infanzia, che si configura come il primo luogo educativo che incontra il bambino, all’esterno della sua sfera privata. Qui l’apprendimento avviene in modo “indiretto”, tramite giochi, interazioni e attività mirate a stimolare la conoscenza del sé e del mondo circostante. Per questo è importante concentrarsi sulle nuove frontiere per una scuola del futuro. Il motivo? Costruire un progetto educativo che parta dal bambino e dalle sue esigenze didattiche. Queste, infatti, non sono più quelle di cinque o dieci anni fa, ma sono cambiate evolvendosi nel tempo, parallelamente ai nuovi ritmi e bisogni della società. 

L’insegnante, quindi, dovrà considerare diversi valori, quali:

  • l’educazione all’inclusione e alla conoscenza di altre culture
  • l’educazione al rispetto degli spazi propri e altrui
  • la valutazione delle emozioni e delle variabili psicologiche nell’apprendimento degli alunni
  • l’introduzione alla conoscenza di altre lingue

Tuttavia, per una sistema didattico moderno e completo c’è anche bisogno di una spinta che parta da una politica di investimenti. Investimenti non solo in campo economico, ma anche in quello delle risorse umane. 

Per questo è molto importante curare la professionalità del docente. A tal proposito garantire agli insegnanti una adeguata formazione e l’uso di strumenti validi, come le guide didattiche aggiornate e certificate, può  rivelarsi molto importante.

Solo in questo modo sarà possibile analizzare e sviluppare nuovi percorsi orientati all’innovazione.

La scelta del metodo di insegnamento

Attualmente esistono diverse metodologie didattiche relative alla scuola dell’infanzia e decidere quale applicare è una scelta che guiderà l’intero percorso di apprendimento dei piccoli alunni.
Ogni metodo di insegnamento, infatti, non considera solo cosa insegnare, ma soprattutto su come farlo. Proprio per questo saper individuare quello più adatto o più efficace per lo sviluppo educativo è una sfida interessante.
Un buon metodo didattico, inoltre, non può prescindere da un particolare equilibrio di rapporti: quello tra docente e allievo e quello, di conseguenza, tra insegnamento ed apprendimento. Rapporti che devono sempre tenere conto di fattori determinanti, quali ad esempio

  •  età degli alunni;
  •  necessità dei singoli e del gruppo;
  •  contesto sociale;
  •  strumenti da utilizzare.

C’è poi da considerare un elemento ulteriore: per i bambini l’apprendimento non è un processo soltanto metodico, ma viene spesso influenzato da fattori puramente emotivi. Questi, se sollecitati correttamente, saranno un ulteriore stimolo per accendere la voglia di impare e conoscere.

Dal metodo Montessori, in cui ai bambini è data una sorta di libera scelta in un ambiente su misura, fino al metodo Happy Child che incoraggia con diversi strumenti i successi e gli insuccessi degli alunni, i metodi di insegnamento per la scuola dell’infanzia sono in continua evoluzione. Ciò si deve anche ai continui cambiamenti delle strutture sociali e culturali che si sono susseguiti negli anni, per cui è indispensabile mantenersi costantemente aggiornati sui nuovi studi in materia. Seminari, guide didattiche e testi specializzati, quindi, saranno validi alleati per scegliere il metodo di insegnamento più adatto e per essere sempre al corrente su cosa succede nel mondo della scuola dell’infanzia.

Come e dove reperire i programmi

Una volta che è stato scelto il metodo di insegnamento da adottare, è necessario disporre di un programma da seguire. Il programma didattico ha il compito di guidare l’insegnante per tutto il periodo dell’anno scolastico, in modo coerente con il metodo scelto, per garantire una didattica di qualità. Stilare o comunque disporre di un programma è, quindi, molto importante per chi insegna. Contemporaneamente, poi, anche gli alunni ne trarranno beneficio:

  • il programma di insegnamento si sviluppa per fasi ed è quindi in grado di seguire e di accompagnare lo sviluppo cognitivo fin dal primo giorno di scuola, favorendo inclusione e integrazione. Il tutto tenendo conto dei progressi fatti, degli step raggiunti, delle fasi annuali e stagionali in corso in corso e così via.
  • Un programma corretto, inoltre, trasforma l’insieme delle attività svolte in un vero e proprio percorso da seguire. Questo nel pieno rispetto dei tempi, dove ogni attività è un passo necessario da compiere per proseguire lungo la via dell’apprendimento.

I programmi possono essere reperiti senza difficoltà all’interno di guide didattiche su diversi canali, ad oggi anche sul web che, per l’occasione, diventa una preziosa risorsa da considerare.

Tuttavia, visto proprio l’alto numero di fonti da cui attingere è importante accertarsi che siano tutti canali ufficiali specializzati o comunque affidabili, dedicati appositamente alla didattica. 

Come intrattenere la classe

Le attività che coinvolgono gli alunni della scuola dell’infanzia consistono in giochi, pratiche educative, esercizi didattici che quasi sempre presentano un duplice obiettivo:

  • intrattenere e aggregare la classe, facendo appello alla componente ludica
  • favorire, allo stesso tempo, l’apprendimento in determinate materie o ambiti specifici (i colori, gli animali, il corpo umano, la natura ecc.)

Ecco, allora, che la scelta di tali attività da parte dell’insegnante non dovrà essere affatto casuale, ma orientata ad un preciso obiettivo.

Attualmente esistono tanti esercizi con cui intrattenere la classe, scegliere i più adatti non sarà difficile, disponendo della giusta guida didattica e facendo sempre riferimento al metodo di insegnamento adottato. 

Proviamo ad elencare alcuni tra gli esercizi e i giochi che più vengono messi in pratica:

  • i colori: colorare è una delle attività più semplici da far svolgere ai bambini. In un percorso di apprendimento, tale attività sarà svolta con il preciso intento di collegare determinati oggetti ai colori che li rappresentano nella realtà. Per svolgere questo esercizio saranno quindi necessarie delle schede da colorare, in cui ogni oggetto ha uno o più colori di riferimento (es. elefante = grigio, sole = giallo, fiori = vari colori);

  • i materiali: manipolare i materiali è un modo interessante per avvicinarsi a nuovi oggetti esplorandone le caratteristiche. Usare plastilina, das o carta colorata è un modo diverso per comprenderne il comportamento e allo stesso tempo dare vita con le proprie mani a creazioni originali;

  • il sé e gli altri: i ricordi, le esperienze e le fantasie dei più piccoli vivono in una dimensione particolare. I disegni possono diventare un mezzo per dare voce a questa dimensione. Far disegnare la propria famiglia, una favola, il proprio animale domestico e chiedere al bambino cosa rappresenti il suo disegno è un modo per far sì che l’alunno sviluppi una coscienza di sé e dell’altro e si impegni a spiegarla usando il linguaggio verbale. 

Tali attività sono sicuramente basilari, ma possono essere arricchite da varianti o dettagli ulteriori, che le renderanno senz’altro stimolanti e avvincenti nell’ottica di un apprendimento mai statico, ma sempre vivo e dinamico.