Schede didattiche: a cosa servono e perchè sono utili a alunni e insegnanti

Le schede didattiche sono oggi utilizzate sempre più frequentemente da docenti che insegnano in tutti i livelli scolastici, e si rivelano un supporto comodo ed efficace per permettere agli alunni di mettere in pratica ciò che hanno appreso durante la lezione. Sono tanti, infatti, i vantaggi che le schede offrono sia agli studenti che agli insegnanti, anche se con la crescita dei bambini questo metodo applicativo può sviluppare dei punti critici, in particolar modo in alcune materie. Queste criticità sono però facilmente superabili grazie a una buona dose di creatività e di applicazione da parte del docente, qualità che ogni buon insegnante deve possedere per aiutare gli alunni nella crescita culturale e soprattutto personale. Perché, dunque, le schede didattiche possono essere uno strumento positivo e propositivo nell’insegnamento? Proveremo qui ad approfondire nel dettaglio tutte le sfaccettature legate all’utilizzo delle schede didattiche durante il quotidiano lavoro in aula e al loro impatto sul lavoro sia degli alunni che dei docenti.

Schede didattiche: un utile supporto per gli studenti

L’utilizzo di schede didattiche è diventato per gli alunni una prassi ormai sempre più consolidata, a cui si sono gradualmente adattati e a cui difficilmente riescono a rinunciare. Le schede offrono infatti la possibilità di avere un supporto grafico e visivo che aiuta non poco nelle esercitazioni, supporto che per i ragazzi è diventato fondamentale per esprimersi al meglio durante il corso della giornata sui banchi di scuola, oggi sempre più lunga e “faticosa”. Specialmente per i bimbi che affrontano i primi anni di scuola, infatti, esercitarsi su schede che li indirizzano verso le risposte e gli svolgimenti esatti può facilitare il lavoro e in un certo senso trasformare i compiti in “gioco”, ancor di più per gli alunni che non sono ancora così sicuri nelle loro conoscenze ortografiche e potrebbero incontrare ostacoli anche solo nella trascrizione dell’esercizio. Ben vengano certo dettati e semplici problemi matematici, ma talvolta una scheda didattica ben configurata può contestualizzare al meglio quanto spiegato e guidare i bimbi verso un apprendimento più consapevole. Ciò può aiutare soprattutto in fasi della giornata in cui la concentrazione va per forza di cose a calare e così, con gli opportuni accorgimenti, l’alunno riesce a variare la tipologia di impegno mentale sentendosi magari più “libero”, ma seguendo allo stesso modo le indicazioni dell’insegnante e svolgendo dunque efficacemente gli esercizi assegnati. Per concludere, le schede didattiche hanno inoltre un forte impatto visivo al momento di eventuali ripassi o ripetizioni: i bimbi riescono a ricordare più agevolmente disegni e forme comuni che magari hanno incollato sui loro quaderni, associando le immagini alla tipologia di esercizio e rammentandone immediatamente l’utilità. Un metodo, dunque, più dinamico di quanto possa apparire e che, inoltre, riesce a dare anche al genitore una reale percezione di quanto appreso e realizzato dal piccolo.

Schede didattiche: strumento positivo anche per gli insegnanti

Oltre che aiutare, come visto, gli alunni nello svolgimento delle attività applicative specialmente in determinate situazioni, le schede didattiche risultano essere un metodo di insegnamento piuttosto utile anche per i docenti. Preparare esercizi e verifiche diventa molto più rapido, così come correggerli e valutarli. Avere una scheda comune da sottoporre all’intera classe aiuta a stabilire un livello generale dell’andamento degli studenti, facilitando all’insegnante la possibilità di capire se procedere in maniera spedita con il programma o magari soffermarsi su alcuni punti non ancora chiari alla classe. Affiancare alle spiegazioni teoriche questi supporti visivi lascia nella memoria dei ragazzi delle immagini vivide degli esercizi svolti, che può inoltre agevolare la comunicazione del docente con gli alunni: basta infatti rievocare tali immagini consolidate nell’apprendimento comune per riportare rapidamente l’attenzione sul punto e sull’esercitazione desiderata. Confrontare il differente approccio degli studenti a uno stimolo comune può, infine, fungere da segnale per variare eventualmente metodo e personalizzare le esercitazioni, apportando continui miglioramenti per uniformare il livello della classe e, al contempo, esaltare le qualità e le propensioni del singolo studente.

Schede didattiche: punti critici e come superarli

L’utilizzo delle schede didattiche in maniera totalmente piatta e standardizzata può però andare incontro a diverse controindicazioni. Man mano che gli alunni avanzano nel loro percorso scolastico, infatti, maturano una sensibilità differente agli stimoli dell’insegnamento e, per questo motivo, la semplice somministrazione di una scheda potrebbe non bastare sia nell’attirare il loro interesse che nell’applicare in maniera efficace quanto illustrato a lezione, portando di conseguenza a un fallimento nel raggiungere l’obiettivo richiesto. Lo stesso potrebbe accadere in particolar modo con materie in cui sono richieste esperienze prettamente empiriche, come ad esempio le scienze o l’arte, in cui una semplice scheda non adeguatamente contestualizzata potrebbe ridurre all’essenziale un’esperienza formativa potenzialmente ben più completa ed efficace. L’eccessiva standardizzazione delle verifiche, infine, può avere l’effetto negativo di appiattire personalità e creatività delle varie classi e del singolo alunno, penalizzando eccessivamente la crescita dei ragazzi in favore di comodità e rapidità nel preparare e correggere i compiti.

Come superare queste problematiche? La soluzione è più semplice di quanto possa sembrare ed è naturalmente legata al buon senso dell’insegnante. La regola principale nell’utilizzo delle schede didattiche è quella di variare e alternare il più possibile i metodi a seconda della fase che la classe sta attraversando e in base agli obiettivi da raggiungere, evitando un’eccessiva standardizzazione e personalizzando il più possibile il percorso in base alla reazione agli stimoli. Se il docente riesce a essere continuamente creativo, riuscendo a contestualizzare l’utilizzo delle schede didattiche in base al momento, non si rischierà mai di sfociare nella noia e nella banalità, tenendo sempre alta l’attenzione dei ragazzi e integrando i vari metodi per facilitarne la crescita e l’apertura mentale. In questo modo non esisteranno limiti di età né tanto meno di materia, riuscendo a rendere ogni scheda didattica un tassello funzionale per un percorso in continua evoluzione.