Mani in Carta | Un incontro laboratoriale tra educazione formale e non formale
“Give the pupils something to do, not something to learn; and the doing is of such a nature as to demand thinking; learning naturally results.” Così nel 1934 J. Dewey sottolinea l’importanza della ricerca e della sperimentazione, concetto centrale dell’educazione attiva. Il learning by doing -imparare facendo – insieme all’approccio laboratoriale, sono a tutt’oggi le metodologie educative fortemente suggerite dalle stesse Indicazioni Nazionali.
Nell’ambito dell’educazione non formale, il mondo dell’artigianato da sempre privilegia un apprendimento attivo grazie al quale oltre agli allievi, anche i docenti possono trovare un particolare interesse e stimolo per offrire nuovi spunti di ricerca-azione, il problem solving, la valorizzazione dell’errore come parte del processo di apprendimento.
Durante il laboratorio, una breve premessa introduce alla presentazione dei progetti didattici proposti da Associazione OMA, soggetto strumentale di Fondazione CR Firenze, inseriti nelle Chiavi della Città (Cod. 394 – Mani creative; Cod. 395 – Pietra di luna; Cod. 396 – Suminagashi; Cod. 397 – Texture in officina): si mostrano i manufatti elaborati dai ragazzi in classe che costituiscono lo spunto per attivare il workshop nella seconda parte dell’incontro. I docenti si cimentano in prima persona con la realizzazione di un leporello utilizzando utensili, materiali e tecniche da riproporre facilmente in classe. Rispetto alla consueta modalità di rilegatura del libro, la piegatura a fisarmonica delle pagine, riserva delle sorprese per la sua apertura a cascata che permette narrazioni circolari inconsuete, posizioni di lettura alternative e personalizzazioni artistiche uniche, come solo un manufatto artigianale può riservare.
Relatori
- Martina Antoniucci – coordinatrice didattica per Associazione OMA-Osservatorio Mestieri d’Arte
- Marianna Di Rosa – educatrice museale
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