10/03/2021

Intervista a Alessandra Nardini, assessora Regione Toscana all’Istruzione, Formazione professionale, Università e Ricerca, Impiego, Relazioni internazionali e politiche di genere

La Regione Toscana è stata sempre parte attiva al fianco di DIDACTA ITALIA fin dalla sua prima edizione. Come vi state preparando a questa mostra 2021, tutta interamente on line?

“FIERA DIDACTA ITALIA, è la più grande iniziativa nazionale sulla scuola, attesa da docenti, educatori ed esperti del settore in cui hanno la possibilità di confrontarsi e condividere idee sul futuro della scuola. Quest’anno sarà integralmente in versione ONLINE, a causa della pandemia e dell’emergenza sanitaria ma non ci sarà alcuna limitazione di accesso e fruibilità dei contenuti per le partecipanti e i partecipanti.  Il nostro auspicio è quello di poterla realizzare in presenza nel 2022. La nostra Regione ha fortemente voluto che questa manifestazione venisse realizzata in Toscana. E’ stata una scommessa importante perché siamo partiti 4 anni fa prendendo spunto dalla manifestazione madre che si svolge in Germania da decenni. Possiamo dire alla luce del successo delle edizioni precedenti che la scommessa è stata vinta.

Ci saranno interventi di formazione, webinar, workshop, meeting ed aggiornamenti sul mondo della scuola:  l’evento nazionale più atteso in cui docenti, educatori ed esperti del settore hanno la possibilità di confrontarsi e condividere idee sul futuro della scuola.  Come Regione collaboriamo con Indire e Firenze Fiera che stanno facendo un lavoro enorme per far sì che anche questa edizione, seppur realizzata in modalità on line replichi il successo degli anni passati e si confermi appuntamento imperdibile per il mondo della scuola.

Come Regione saremo presenti grazie al contributo del Fondo Sociale Europeo, con un nostro stand virtuale dove saranno valorizzati gli interventi a sostegno  dell’istruzione e della formazione.

2. Come sta andando avanti il Programma Operativo (POR) 2014-202 del Fondo Sociale Europeo della Toscana destinato al sostegno delle politiche giovanili per facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro?

Per quanto riguarda lo stato dell’arte dell’avanzamento del programma, la Toscana conferma la propria capacità di intercettare i bisogni dei cittadini e nel mettere in campo misure in grado di dare concrete risposte nel campo della formazione, del lavoro e del sociale e a collocarsi tra le regioni di testa a livello nazionale nell’utilizzo dei fondi europei. Il Fondo Sociale Europeo è stato uno strumento fondamentale per il sostegno dei processi di autonomia dei giovani (si ricordi il progetto Giovanisì) e l’accesso al mercato del lavoro favorendo il diritto all’apprendimento, investendo nei processi di istruzione e formazione dei giovani facilitando l’accesso e la permanenza nei percorsi fino al raggiungimento dei loro gradi più elevati, dando sostegno alla mobilità internazionale all’interno dei percorsi scolastici, formativi e di ricerca. Gli interventi messi in campo grazie al FSE per il sostegno a istruzione e formazione ammontano a 234 milioni di euro, sono stati raggiunti più di 100.000 destinatari di età compresa tra i 16 e i 35 anni negli ultimi 6 anni.  Se poi consideriamo il mondo dell’infanzia sono stati finanziati interventi di conciliazione vita familiare-vita lavorativa, concretizzatisi nell’erogazione di voucher e buoni servizio – per circa 22.500 bambini (asili nido) – finalizzati non solo a inserire i bambini in un percorso educativo già a partire dalla prima infanzia ma anche a promuovere e a sostenere l’accesso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro. A tali interventi sono stati destinati circa 61 milioni nell’ambito del POR FSE.

L’impegno a rafforzare il sostegno a percorsi di istruzione, di formazione e di  lavoro si trova anche nell’ambito della programmazione 2021 -2027, che vedrà aumentare le risorse a disposizione delle Regioni per le politiche di coesione. Nell’ambito dell’obiettivo “Un’Europa più sociale” il Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) sarà uno strumento finanziario chiave per attuare il pilastro europeo dei diritti sociali, sostenere l’occupazione e creare una società equa e inclusiva, investendo nelle persone per creare opportunità di lavoro e tutelare l’occupazione, promuovendo l’inclusione sociale, lottando contro la povertà e sviluppando le competenze necessarie per la transizione digitale e verde.

3. Quali azioni la Regione Toscana sta realizzando per contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico?

La dispersione scolastica, che spesso è l’anticamera dell’abbandono, è il principale problema del nostro sistema di istruzione. Sono molti gli strumenti che è possibile attivare per contrastare questo fenomeno: dalla formazione di base dei docenti a interventi di orientamento che accompagnano le studentesse e gli studenti durante tutto il loro percorso di istruzione. Non tutti gli strumenti necessari per contrastare la dispersione scolastica possono essere attivati dalla Regione. Noi tuttavia stiamo lavorando per implementare una pluralità di interventi che mirano ad agire sia in funzione preventiva, che correttiva. Fondamentali per noi sono le politiche di orientamento scolastico che devono agire fin dai primi anni del percorso scolastico di ciascuno anche tramite la formazione dei docenti (ad esempio sul tema della didattica orientativa).

Riteniamo inoltre che sia importante lavorare per il potenziamento delle funzioni cognitive, fondamento di qualsiasi processo di apprendimento e quindi del conseguente successo scolastico. Sulla base di questo assunto abbiamo pensato di introdurre una pratica quotidiana di ascolto della lettura ad alta voce in classe quale strumento per conseguire questo obiettivo. La ricerca sul campo ha dimostrato, infatti, che l’ascolto della lettura ad alta voce è in grado di produrre una serie di benefici interni ed esterni rispetto al percorso educativo e scolastico. “Leggere: Forte! Ad alta voce fa crescere l’intelligenza” si pone quindi quale uno degli strumenti (unico a livello nazionale) per implementare il successo scolastico e nella vita nel sistema educativo e di istruzione toscano.

Occorre fare una riflessione sul ruolo che le varie istituzioni possono avere nell’affrontare il problema della dispersione scolastica. I nostri studenti e le nostre studentesse frequentano -è vero- le scuole toscane, ma vivono nei comuni, ne frequentano le biblioteche, le associazioni sportive e ricreative. Tutti questi soggetti hanno a cuore il loro sviluppo e quindi tutti devono farsi carico del loro percorso, anche scolastico. E poi c’è quel famoso proverbio africano: “per educare un bambino ci vuole un villaggio intero”. Non bastano i suoi genitori, non basta la scuola, non bastano le associazioni che frequenta…occorre il contributo di tutti. Fare sinergia tra tutte le risorse attivabili sul territorio per promuovere azioni locali di contrasto della dispersione è lo spirito che anima i PEZ (Progetti Educativi Zonali), che nascono per volere della Regione, mettendo a frutto tutte le risorse del sistema territoriale a vantaggio dei bambini e dei ragazzi in età scolare.

Infine stiamo lavorando ad un intervento per l’individuazione precoce delle interruzioni di frequenza, preludio di veri e propri abbandoni che potrebbero trasformare questi studenti e studentesse in neet. Se non riusciamo a prevenire, occorre necessariamente curare: la possibilità di intercettare tempestivamente gli studenti e le studentesse che interrompono la frequenza scolastica è fondamentale per far sì che tali interruzioni non si tramutino in abbandoni veri e propri.

4. Uno tra gli strumenti emergenti per attivare politiche giovanili per l’ occupabilità e l’ occupazione sono i percorsi di Istruzione Tecnica superiore, i cosiddetti ITS. In cosa consistono e cosa sta facendo la Regione Toscana in merito?

Gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) sono la prima esperienza italiana di offerta formativa terziaria professionalizzante, legata al sistema produttivo territoriale e al mercato del lavoro. Formano tecnici di livello superiore in un contesto 4.0, istituiti nel 2010 dal Ministero dell’Istruzione,  si ispirano a modelli consolidati in altri paesi europei (es. Fachhocschulen tedesche).

Accedono agli ITS i giovani in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore e coloro che siano in possesso di un diploma quadriennale di istruzione e formazione professionale (IEFP) e che abbiano frequentato un corso annuale integrativo di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS). I percorsi hanno una durata biennale o triennale, lo stage è obbligatorio per il 30% delle ore complessive e almeno il 50% dei docenti proviene dal mondo del lavoro.

Il Diploma di Tecnico Superiore corrisponde al V livello del Quadro Europeo delle qualifiche (European Qualification Framework), per favorire la circolazione in ambito nazionale ed europeo.

Ad oggi i monitoraggi INDIRE (dati 2020), evidenziano un tasso di occupazione dei diplomati che si attesta a livello nazionale intorno al 80%  (di cui coerenti con il percorso di studi oltre il 92%).

La Regione Toscana ha fin da subito riconosciuto il valore di questo segmento di istruzione terziaria professionalizzante ed ha investito ad oggi oltre 23 milioni di FSE nei percorsi ITS. In Toscana sono 7 le Fondazioni ITS, operanti negli ambiti Meccanica, Scienze della vita, Energia e ambiente, Agribusiness, Moda, Nautica-logistica, Turismo e beni culturali.

Certo c’è ancora molto da fare e sono proprio le Regioni che, forti dei livelli raggiunti di occupabilità, di soddisfazione dei diplomati e di competenze sempre più al passo con i rapidi cambiamenti del panorama economico e del mondo del lavoro devono, agire da facilitatori e e sostenere il sistema a livello nazionale.