10/03/2021

L’intervista a Eugenio Giani, presidente Regione Toscana

 “Il futuro della scuola è oggi”. E’ questo il leitmotiv di DIDACTA ITALIA, la più importante fiera sul ‘pianeta’ scuola, che si svolge interamente on line da martedì 16 a venerdì 19 marzo con 160 eventi e più di un centinaio di aziende e realtà istituzionali collegate da tutta Italia. Quali sono gli asset principali sui quali sta investendo la Regione Toscana sul fronte della scuola?

“Il nostro primo obiettivo rimane il contrasto della dispersione scolastica. La Toscana, da questo punto di vista, ha già lavorato molto: siamo passati dal 13,4 per cento del 2015 al 10,4 del 2019, che è di fatto la media europea. Siamo al 13 per cento per i cosiddetti ‘neet’, i giovani tra 15 e 24 anni che non studiano e neppure lavorano. Ottimi risultati insomma, ma possiamo migliorare. Ben orientare diventa dirimente, anche perché davvero tanti (e flessibili) sono i percorsi di istruzione e formazione offerti. Ci concentreremo anche sul mancato incontro tra offerta e domanda, visto che ci sono opportunità di lavoro a volte trascurate. Fondamentale sarà anche l’alta formazione.

Per raggiungere questi obiettivi è essenziale creare momenti in cui si accordano i suoni: tra pubblico e privato, tra scuola e istituzioni. Ma servono anche risorse.

“In Toscana da tempo le risorse europee del Fondo sociale sono utilizzate per accrescere le competenze professionali dei cittadini. Negli ultimi sei anni, dal 2014 al 2020, la Regione ha utilizzato 234 milioni di euro delle risorse assegnate alla Toscana per sostenere l’istruzione e la formazione, a beneficio di oltre 100 mila persone”.

“Col Recovery Plan arriveranno adesso in Italia 28,49 miliardi destinati alla scuola: per potenziare le competenze, per il diritto allo studio ma anche per aiutare le start up e farle crescere. Si tratta di una cifra imponente e non va sprecata: investire su istruzione e ricerca vuol dire aiutare l’economia ad uscire dalla crisi. Ma in Toscana siamo sempre stati bravi ad utilizzare i fondi europei, tanto da  essere stati premiati anche con la messa a disposizione di risorse avanzate ad altri. 

La Regione Toscana ha approvato la Legge per la promozione delle politiche giovanili regionali (LR n.81 del 6/8/2020) che consolida l’esperienza maturata con Giovanisì, il progetto regionale per l’autonomia dei giovani che punta a favorire il processo di transizione degli under 40 verso l’autonomia grazie anche al sostegno a percorsi per l’inserimento nel mondo del lavoro e la facilitazione per l’avvio di start up. Come stanno rispondendo i giovani, in questo difficile e prolungato periodo di pandemia, a questa chiamata?

“Il progetto Giovanisì sta proseguendo, nonostante le difficoltà che naturalmente crea la pandemia. I giovani continuano ad esempio a studiare con le borse di alta formazione e ricerca, quelle con stage e parte degli studi all’estero”.

“In dieci anni la Regione ha offerto opportunità concrete ad oltre 365 mila giovani fino a 40 anni, con più di un miliardo di risorse impegnate: dallo studio e la formazione ai tirocini, dagli aiuti sugli affitti per chi ha deciso di andare a vivere da solo al servizio civile, dalla ricerca di lavoro al sostegno a fare impresa. Dobbiamo investire su istruzione e formazione per essere più competitivi, ma non meno importante è aiutare le start up più innovative a crescere con gambe robuste. Ne abbiamo appena finanziate 37, coprendo con un milione e 750 mila euro il 50 per cento delle spese di investimento per altrettanti progetti. La Toscana infatti conta università che brillano in Europa per l’attività di ricerca, che però in passato non hanno sfociato in egual misura in aziende capaci di passare la fase iniziale dello sviluppo. Nelle statistiche ufficiali la Toscana era nona un anno fa”.