28/05/2020

Ipotesi per la riflessione al nuovo Rinascimento della scuola post covid19

Stiamo lentamente uscendo dal periodo emergenziale, dove il totale lockdown ha imposto come unico mezzo per garantire la continuità educativa, l’uso massivo e diffuso della DAD, e con scenari ancora molto incerti, dirigenti scolastici e docenti, stanno delineando i setting possibili di una riapertura a settembre. In molti si stanno domandando cosa trasportare della “scuola dell’emergenza” in una nuova scuola della normalità; dove tuttavia il termine normalità continua ad essere ‘appannato’ da ipotesi di permanere di misure precauzionali di distanziamento sociale, di norme igienico-sanitarie che non ci permetteranno il ritorno a ritmi, consuetudini e routine didattico-organizzative della scuola che conoscevamo. E’ intorno a quella parola nuova scuola che si gioca il confine tra un’occasione di rinnovamento del modello di scuola e ripristino di uno status quo che pericolosamente potrebbe arrestare il processo d’innovazione che molti istituti scolastici stavano già percorrendo, prima della pandemia!

Infatti non disponendo né in letteratura né per fenomeni storici di tale portata di un quadro di riferimento nel quale collocare il “fenomeno DAD”, stiamo scrivendo una pagina nuova della scuola su scala mondiale. Un’occasione formidabile e irrinunciabile per ripensare un nuovo assetto educativo che richiederà logiche organizzative inedite, facendo tesoro della cosiddetta “lesson learnt”. Ma quale?

Dopo una prima fase di spaesamento tutti i docenti italiani hanno iniziato ad usare le tecnologie, scoprendone facilitazione e vantaggi. Si è apparentemente superato il divario storico tra pro e contro le tecnologie, ma occorre che la scuola porti a sistema un’organizzazione infrastrutturale e tecnologica, perché possa essere utilizzata in maniera naturale.

Un’ora di lezione in presenza non può essere semplicemente trasferita online. Occorre ricalibrare le azioni didattiche essenzializzando i contenuti curricolari e il tempo e i mezzi con cui farli. Sfrondare quel curricolo che è sempre “impossibile da completarsi” e fare una scelta radicale sulla quale creare ponti tra le diverse discipline nel rispetto della loro identità epistemologica.

In tempo di DAD docenti e studenti hanno riscoperto il valore fondante della relazione. I rapporti più vicini, più premurosi e autentici hanno offerto nuove interpretazioni a ruoli e funzioni reciproche, superando i confini stretti di formalità e spesso “routine burocratiche”.

Questi saranno i 3 punti sui quali confrontarsi anche in occasione di Didacta 2020, che realizzandosi a ottobre, potrà garantire il dibattito per una scuola non ancora in assetti definitivi, ma che sperimenterà soluzioni blended. Una scuola fatta di momenti in presenza e altri a distanza, che però diversamente dall’emergenza avrà l’opportunità di progettare gli interventi formativi, tenendo conto degli strumenti indispensabili al rinnovamento del modello educativo: metodologie didattiche per il superamento della didattica trasmissiva, contenuti digitali a supporto dell’esplorazione e scoperta dei saperi e nuovi sistemi di valutazione formativa.