04/05/2023

Tecnologia e digitale, qual è il rapporto con scuola dell’infanzia

La tecnologia nelle scuole 

La tecnologia nelle scuole italiane ha fatto il suo ingresso già da diversi anni. Nel tempo sono arrivati i computer, il Wi-Fi, il passaggio dai documenti cartacei a quelli digitali, fino ai registri per le presenze, le pagelle e la gestione di diversi processi scolastici ora possibili tramite piattaforma online. 

Se da una parte la tecnologia ha portato vantaggi nell’automatizzazione di alcuni processi burocratici e organizzativi, dall’altra ha fatto sentire i propri effetti sulla didattica e le materie. Oggi gli studenti hanno accesso a laboratori di informatica, le loro lezioni vedono l’utilizzo di lavagne digitali e di strumenti tecnologici all’avanguardia.

Inoltre l’inserimento della tecnologia ha reso la scuola più accessibile e performante, dando la possibilità agli studenti con difficoltà di apprendimento (DSA), di poter utilizzare strumenti dedicati.

Dunque dall’avvento di internet, la scuola è stata profondamente rivoluzionata sia nell’organizzazione che nei servizi offerti. 

 

Nuove tecnologie digitali

Mentre il mondo della tecnologia è in continua ricerca e innovazione, il sistema scolastico fatica ad aggiornarsi. Già dal 2015, per sostenere l’istruzione dei “nativi digitali”, il MIUR ha scritto un piano per facilitare la conversione del sistema scolastico al digitale: Piano Nazionale della Scuola Digitale (PNSD).

Tuttavia nel 2020 in occasione della crisi pandemica, le scuole italiane si sono travate impreparate e in grande difficoltà, a causa della mancanza di risorse tecnologiche, connessione a internet e carenza di competenze informatiche da parte dei dirigenti scolastici.

L’emergenza sanitaria ha dimostrato che la tecnologia e l’istruzione viaggiano a due velocità differenti, per questo si sta continuando a lavorare per migliorare il sistema scolastico e la sua didattica. 

Ne sono una testimonianza l’utilizzo delle ultime tecnologie in diverse scuole e la preferenza a utilizzare un insegnamento ibrido che unisce la didattica tradizionale all’istruzione tramite strumenti tecnologico-digitali come VR, giochi didattici e altro.

 

Dati e statistiche

I dati e le statistiche sull’utilizzo della tecnologia digitale nelle scuole italiane mostrano una crescente tendenza all’adozione della tecnologia nell’educazione. Alcuni dati del 2020 mostrano che:

 

  • Secondo un rapporto del Ministero dell’Istruzione, nel 2020 il 95% delle scuole italiane ha adottato la tecnologia nell’aula.

 

  • Nel 2020, il Ministero dell’Istruzione ha dichiarato che oltre il 60% degli studenti italiani ha accesso a un dispositivo digitale a scuola.

 

  • Oltre il 70% degli studenti italiani ritiene che la tecnologia abbia migliorato la loro esperienza di apprendimento.

 

Questi dati dimostrano che la tecnologia digitale sta giocando un ruolo sempre più importante nell’educazione in Italia e che c’è una crescente tendenza all’adozione della tecnologia da parte delle scuole.

Se poi si considera la situazione italiana mettendola a confronto con quella europea è possibile ottenere un quadro ancor più chiaro.

Secondo il rapporto DESI (Digital Economy and Society Index), stilato nel 2023, l’Italia si trova al 18esimo posto per quanto riguarda l’innovazione digitale a scuola. 

Sebbene in questa lista, Finlandia, Danimarca, Paesi Bassi, Svezia risultino più all’avanguardia, questi stessi paesi faticano ad adottare le nuove tecnologie digitali come VR, AI e Big Data, il cui utilizzo rimane sotto il 30% (l’obiettivo europeo è raggiungere il 75% entro il 2030).

Il quadro generale dimostra che l’Italia non è la sola a essere in difficoltà con la conversione digitale del sistema scolastico. 

Infatti i dati riportano che il 54% dei cittadini europei di età tra i 16 e 74 anni possiede competenze digitali base e l’UE mira a raggiungere l’80% entro il 2030, prefiggendosi anche l’obiettivo di inserire nell’organico scolastico 20milioni di specialisti ICT che ad oggi sono stimati essere solo 500.000.

Un altro dato interessante è riportato dal Rapporto OCSE 2022, secondo cui in Italia, sebbene la pandemia abbia funzionato come acceleratore per la conversione digitale nelle scuole, gli studenti sembrano comunque preferire le materie creative e umanistiche che tuttavia non offrono sufficienti prospettive di lavoro. Al contrario, l’88% delle persone tra i 25-64 che ha scelto di studiare discipline STEM (Science, Technology, Engeneering, Mathematics) ha un impiego.

Dunque, se da una parte l’Italia non primeggia per capacità digitali, il Bel Paese sta mettendo in campo enormi sforzi per aggiornare il proprio sistema didattico e offre importanti prospettive lavorative a coloro che decideranno di intraprendere un percorso di studio in quella direzione.